Il Papa: i laici che si oppongono alle unioni gay hanno ragione
Tratto da: www.lanuovabq.it/it/articoli-il-pap…
di Massimo Introvigne
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Affermando esplicitamente di parlare a nome del Pontefice, il cardinale Bertone ha scritto a tale congresso che Papa Francesco, «consapevole della responsabilità specifica che i fedeli laici hanno per la missione della Chiesa, invita ogni Cavaliere e ogni Consiglio locale [dei Cavalieri di Colombo] a dare testimonianza dell'autentica natura del matrimonio e della famiglia, della santità e della dignità inviolabile della vita umana, e della bellezza e verità della sessualità umana. In questi tempi di rapidi cambiamenti sociali e culturali, la protezione dei doni di Dio non può mancare d'includere l'affermazione e la difesa del grande patrimonio di verità morali insegnate dal Vangelo, e confermate dalla retta ragione, che serve come fondamento di una società giusta e bene ordinata».
La lettera, citando la recente enciclica «Lumen fidei», difende pure come parte della libertà religiosa il diritto dei laici cattolici di pronunciarsi in ogni sede, anche politica, su questioni che coinvolgono la fede e la morale.
Evidentemente, queste indicazioni pontificie non valgono solo per gli Stati Uniti. Nella controversia sui Cavalieri di Colombo in tema di unioni omosessuali il Papa prende posizione e ci dice con chiarezza che una parte ha ragione e un'altra ha torto. Non solo non fanno male i Cavalieri americani a organizzare e finanziare campagne per difendere l'«autentica natura del matrimonio e della famiglia», ma Papa Francesco chiede a ogni singolo Cavaliere e a ogni associazione locale d'impegnarsi in queste campagne. E di continuare a presentare la verità sulla sessualità e sull'amore senza timore di essere attaccati come omofobi. Chi li attacca, viola la libertà religiosa.
È un incoraggiamento per chi conduce le stesse campagne - magari con meno fondi dei Cavalieri di Colombo - anche in Italia e in Europa. E una sveglia per quei cattolici che hanno paura di parlare chiaro sugli stessi temi.
di Massimo Introvigne
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Affermando esplicitamente di parlare a nome del Pontefice, il cardinale Bertone ha scritto a tale congresso che Papa Francesco, «consapevole della responsabilità specifica che i fedeli laici hanno per la missione della Chiesa, invita ogni Cavaliere e ogni Consiglio locale [dei Cavalieri di Colombo] a dare testimonianza dell'autentica natura del matrimonio e della famiglia, della santità e della dignità inviolabile della vita umana, e della bellezza e verità della sessualità umana. In questi tempi di rapidi cambiamenti sociali e culturali, la protezione dei doni di Dio non può mancare d'includere l'affermazione e la difesa del grande patrimonio di verità morali insegnate dal Vangelo, e confermate dalla retta ragione, che serve come fondamento di una società giusta e bene ordinata».
La lettera, citando la recente enciclica «Lumen fidei», difende pure come parte della libertà religiosa il diritto dei laici cattolici di pronunciarsi in ogni sede, anche politica, su questioni che coinvolgono la fede e la morale.
Evidentemente, queste indicazioni pontificie non valgono solo per gli Stati Uniti. Nella controversia sui Cavalieri di Colombo in tema di unioni omosessuali il Papa prende posizione e ci dice con chiarezza che una parte ha ragione e un'altra ha torto. Non solo non fanno male i Cavalieri americani a organizzare e finanziare campagne per difendere l'«autentica natura del matrimonio e della famiglia», ma Papa Francesco chiede a ogni singolo Cavaliere e a ogni associazione locale d'impegnarsi in queste campagne. E di continuare a presentare la verità sulla sessualità e sull'amore senza timore di essere attaccati come omofobi. Chi li attacca, viola la libertà religiosa.
È un incoraggiamento per chi conduce le stesse campagne - magari con meno fondi dei Cavalieri di Colombo - anche in Italia e in Europa. E una sveglia per quei cattolici che hanno paura di parlare chiaro sugli stessi temi.